lunedì 6 febbraio 2012

Varkala

Dopo il fugace contatto con il mio lato spirituale, ho subito deciso di tornare al mio lato mondano, quindi di nuovo mare e turisti!
Partito da Amritapuri con Jens, abbiamo fatto rotta per la stazione dei bus di Valikkavu, dove ho fatto la conoscenza di due simpaticissime coetanee Giapponesi, Koto e Kei. Dopo neanche un minuto dalle presentazioni la metodica follia nordica ha preso il sopravento sul mio compagno di viaggio, che ha cominciato a chiamarmi a gran voce sbacciandosi dall'apertura sulla fiancata di uno scassatissimo bus bianco, pieno fino all'orlo di indiani. Preso congedo in fretta e furia ho trascinato me stesso e il mio pesantissimo zaino verso il rottame che gia sgasava smanioso di partire, mi sono issato a bordo e ho sgomitato per crearmi uno spazio vivibile nel quale affrontare il viaggio, in piedi. Ovviamente era il bus sbagliato. Grazie Jens.

Comunque, dopo alcune peripezie, un controllore incazzatissimo con me perche' avevo osato suonare la campanella che e' riservata a comunicare all'autista le fermate, aver fatto amicizia con mezza dozzina di passeggeri ilari oltre ogni immaginazione, abbiamo raggiunto la meta, dopo svariate ore di sobbalzi.

Che dire, Varkala e' quel che si dice un posto da cartolina. Una ripida scogliera a strapiombo separa i ristoranti e gli hotel affacciati sul mare da una lunghissima spiaggia di sabbia finissima, sulla quale il Mar d'Arabia scarica la potenza dei cavalloni che costituiscono un vero spasso durante le nuotate, a patto di fare particolare attenzione alle forti correnti che tentano di trascinarvi a largo. Meglio rimanere dove si tocca.

Comunque, il mio soggiorno e' cominciato nel migliore dei modi, abbiamo trascorso la prima notte in nun resort ayurvedico fuori dal caos del centro turistico, in mezzo a una splendida natura piegata dal gusto umano in un lussureggiante giardino. Il tutto affacciato sul mare, con un orizzonte cosi' esteso da poter apprezzare ad occhio nudo la rotondita' terrestre. I tramonti sul mare di Varkala sono stupendi.

Dopo questa prima notte di riposo e dopo un'ottima colazione ci siamo diretti verso il north cliff, la parte di scogliera dove si trovano tutti i locali, i ristoranti, gli immancabili negozietti di suvenir e anticaglie, che qui sono perlopiu' gestiti da tibetani, e le guest house. Abbimo trovato una camera ad appena 15 metri dalla passeggiata sulla scogliera, con un ottimo rapporto vicinanza/rumore. Qui abbiamo conosciuto il nostro vicino di stanza, Adel, un uomo Egiziano sui quaranta che vive da dieci anni in Kerala, gestendo un Hotel a Thekkadi, localita' famosa per il parco nazionale e le piantagioni di te' e spezie, il Chrissie's Hotel.

A Varkala ho anche ritrovato dopo due settimane i miei amici di Kovalam Beach, Gustavo il peruviano e Maryanne la danese, piu' altre decine di persone dall'Ashram. E cosi' si e' subito formata la compagnia che ci saremmo goduti per i giorni a venire e che sarebbe andata via via allargandosi, tra cene a base di pesce, nuotate, appassionanti tornei di beach volley e serate nei 2/3 locali che offrono un po' di vita notturna.

Inutile che vi dica che Varkala e' dieci volte meglio di Kovalam, sia per la bellezza del paesaggio che per la varieta' di ristoranti, tutti belli e diversificati come stile, con ampie terrazze affacciate sulla scogliera. I negozi per lo shopping sono molto piu' organizzati, hanno piu' varieta' e piu' gusto nell'esporre le merci, e i negozianti sono meno asfissianti nel tentare di accalappiarvi. Inoltre la qualita' degli hotel e delle guest house e' nettamente superiore, pur mantenendo la stessa media di prezzi. Si possono affittare anche cottages molto caratterstici, costruiti con bambu' e legno di palma, situati in curatissimi giardini a pochio metri dalla passeggiata.

A presto col secondo post su Varkala, sul come mi hanno quasi incastrato e su tutte le belle persone che ho incontrato (piu' o meno belle).




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