domenica 12 febbraio 2012

Fugone!

Dicevo nell'ultimo post che ho rischiato grosso.
Partiamo dal principio: arriviamo, prendiamo una stanza poco dietro il cliff, sopra un centro Ayurvedico. Appena arrivati incociamo un paio di ragazze indiane che lavoravano in questo centro, e nel farlo ci salutano con un sorrivo, a cui innocentemente ricambio.
Passano i giorni e continuo a venir salutato sempre in maniera piu' plateale, i sorrisoni e le agitate di mano si sprecano, e io, ricambio. Infine capita che una mattina sto leggendo, e una di queste seduta sul muretto di fronte mi fissa, mi sorride e ridacchia, per una mezz'ora buona. Non ci do tanto peso, per un occidentale l'India e' come un grande palcoscenico, sei sempre al centro dell'attenzione e gli sguardi, i saluti e gli approcci da parte di tutti si sprecano. Sono curiosi di sapere come stai, come ti chiami e da dove vieni.

La sera stessa, mentre mi apprestavo con Jens ed Adel ad andare a cena, questa ragazza e un'amica mi fermano, e cominciano a farmi le solite domande, sembrava un tentativo di fare amicizia, e dopo 2 minuti mi chiedono il numero del cellulare. Per un attimo ho titubato, poi la mia inopportuna curiosita' ha avuto la meglio e ho appuntato a penna i numeri della mia SIM indiana sul un  foglietto che ho poi dato loro.
SAOno andato a cena, e tutto e' stato tranquillo fino a giorno dopo, quando mi son trovato di fronte alla porta di camera una delegazione di 5-6 persone che hanno cominciato a parlarmi della loro religione, dei loro successi professionali e di quanto fosse di buona famiglia la ragazza dei saluti. Un cavolo di proposta di matrimonio all'indiana! Si sprecavano richieste di conversione all'induismo, richieste di informazioni precise sulla mia famiglia, i suoi membri e l'impiego di ognuno, facevano addirittura ipotesi sui tempi!

Preso dal terrore e dandomi silenziosamente del deficiente ho trovato il modo di scollarmi di dosso il plotone d'esecuzione principalmente a colpi di vaghezze e frasi di circostanza. Il giorno dopo sono partito in fretta e furia con Adel e Jens per le montagne, dove il mio amico egiziano gestisce il suo hotel da 10 anni, il Chrissie's a Thekkadi, immerso in un parco nazionale bellissimo. Nei giorni a seguire mi ritrovero' centinaia di sms in un inglese piu' o meno comprensibile da parte della tipa di varkala, piu' decine di chiamate a giorno da almeno 6 numeri diversi, che ovviamente ho bloccato subito.

Morale della favola, e vale anche per le donne, non siate mai troppo amichevoli, non come lo sareste a casa vostra. Che siate belli o brutti, occupati o single siete occidentali e vi vedono come una specie di bancomat con le gambe con cui vorrebbero imparentarsi. Potrebbe costarvi molto caro!
;-)

lunedì 6 febbraio 2012

Varkala

Dopo il fugace contatto con il mio lato spirituale, ho subito deciso di tornare al mio lato mondano, quindi di nuovo mare e turisti!
Partito da Amritapuri con Jens, abbiamo fatto rotta per la stazione dei bus di Valikkavu, dove ho fatto la conoscenza di due simpaticissime coetanee Giapponesi, Koto e Kei. Dopo neanche un minuto dalle presentazioni la metodica follia nordica ha preso il sopravento sul mio compagno di viaggio, che ha cominciato a chiamarmi a gran voce sbacciandosi dall'apertura sulla fiancata di uno scassatissimo bus bianco, pieno fino all'orlo di indiani. Preso congedo in fretta e furia ho trascinato me stesso e il mio pesantissimo zaino verso il rottame che gia sgasava smanioso di partire, mi sono issato a bordo e ho sgomitato per crearmi uno spazio vivibile nel quale affrontare il viaggio, in piedi. Ovviamente era il bus sbagliato. Grazie Jens.

Comunque, dopo alcune peripezie, un controllore incazzatissimo con me perche' avevo osato suonare la campanella che e' riservata a comunicare all'autista le fermate, aver fatto amicizia con mezza dozzina di passeggeri ilari oltre ogni immaginazione, abbiamo raggiunto la meta, dopo svariate ore di sobbalzi.

Che dire, Varkala e' quel che si dice un posto da cartolina. Una ripida scogliera a strapiombo separa i ristoranti e gli hotel affacciati sul mare da una lunghissima spiaggia di sabbia finissima, sulla quale il Mar d'Arabia scarica la potenza dei cavalloni che costituiscono un vero spasso durante le nuotate, a patto di fare particolare attenzione alle forti correnti che tentano di trascinarvi a largo. Meglio rimanere dove si tocca.

Comunque, il mio soggiorno e' cominciato nel migliore dei modi, abbiamo trascorso la prima notte in nun resort ayurvedico fuori dal caos del centro turistico, in mezzo a una splendida natura piegata dal gusto umano in un lussureggiante giardino. Il tutto affacciato sul mare, con un orizzonte cosi' esteso da poter apprezzare ad occhio nudo la rotondita' terrestre. I tramonti sul mare di Varkala sono stupendi.

Dopo questa prima notte di riposo e dopo un'ottima colazione ci siamo diretti verso il north cliff, la parte di scogliera dove si trovano tutti i locali, i ristoranti, gli immancabili negozietti di suvenir e anticaglie, che qui sono perlopiu' gestiti da tibetani, e le guest house. Abbimo trovato una camera ad appena 15 metri dalla passeggiata sulla scogliera, con un ottimo rapporto vicinanza/rumore. Qui abbiamo conosciuto il nostro vicino di stanza, Adel, un uomo Egiziano sui quaranta che vive da dieci anni in Kerala, gestendo un Hotel a Thekkadi, localita' famosa per il parco nazionale e le piantagioni di te' e spezie, il Chrissie's Hotel.

A Varkala ho anche ritrovato dopo due settimane i miei amici di Kovalam Beach, Gustavo il peruviano e Maryanne la danese, piu' altre decine di persone dall'Ashram. E cosi' si e' subito formata la compagnia che ci saremmo goduti per i giorni a venire e che sarebbe andata via via allargandosi, tra cene a base di pesce, nuotate, appassionanti tornei di beach volley e serate nei 2/3 locali che offrono un po' di vita notturna.

Inutile che vi dica che Varkala e' dieci volte meglio di Kovalam, sia per la bellezza del paesaggio che per la varieta' di ristoranti, tutti belli e diversificati come stile, con ampie terrazze affacciate sulla scogliera. I negozi per lo shopping sono molto piu' organizzati, hanno piu' varieta' e piu' gusto nell'esporre le merci, e i negozianti sono meno asfissianti nel tentare di accalappiarvi. Inoltre la qualita' degli hotel e delle guest house e' nettamente superiore, pur mantenendo la stessa media di prezzi. Si possono affittare anche cottages molto caratterstici, costruiti con bambu' e legno di palma, situati in curatissimi giardini a pochio metri dalla passeggiata.

A presto col secondo post su Varkala, sul come mi hanno quasi incastrato e su tutte le belle persone che ho incontrato (piu' o meno belle).